“Fuori la guerra dalla scuola”: questo è stato lo slogan che ieri ha campeggiato su uno striscione appeso alla cancellata del Liceo Copernico di Pavia, dove si è svolta una cogestione scolastica piuttosto movimentata. La protesta, organizzata dal Fronte della gioventù comunista (Fgc), ha visto un gruppo di studenti distribuire volantini e intervenire al megafono per contestare la presenza di un ufficiale delle Forze Armate, invitato come relatore a una conferenza.
“Scuola e militarismo: un abbinamento che non ci rappresenta”
Secondo Riccardo Di Cosmo, esponente del Fgc, il mondo della scuola sta vivendo un momento critico: “Siamo testimoni di una pericolosa commistione tra istruzione e logiche militari. Il nostro obiettivo è quello di tutelare gli interessi degli studenti, non piegarli a quelli di conflitti e guerre.”
Anche i giovani attivisti del movimento Fridays for Future hanno voluto sottolineare le loro preoccupazioni nei confronti di questa iniziativa, dichiarando: “È inaccettabile che un simile incontro venga imposto a tutte le classi, snaturando il significato della cogestione, che dovrebbe essere uno spazio di dibattito autogestito dagli studenti”.
Accuse di metodo imposto dall’alto
La polemica insorta non coinvolge soltanto la scelta dell’ospite, un ammiraglio della Marina Militare, ma anche il metodo organizzativo generale. Alcuni studenti hanno avanzato l’ipotesi che l’incontro sia stato pianificato come risposta a episodi poco graditi avvenuti durante l’ultima cogestione. Inoltre, è stato sollevato il dibattito sull’uso di fondi che, secondo alcuni di questi studenti del Liceo Copernico, dovrebbero essere destinati a progetti differenti come la transizione energetica, anziché al supporto della militarizzazione.